29 Settembre 2009
(Adnkronos) – “…credo che sia mio compito, come coordinatore del Pdl, insistere nel tenere aperto un dialogo profondo con tutti quelli che, come Pera, di sicuro si muovono all’interno di questo sistema di valori in cui si coniuga liberta’, responsabilita’, persona e comunita’ al fine di progettare un nuovo, autentico umanesimo”. Sandro Bondi risponde cosi’, con una lettera pubblicata oggi sul “Corriere della Sera”, a quanto scritto nei giorni scorsi sullo stesso quotidiano dall’ex presidente del Senato, Marcello Pera, che si schierava al fianco dell’ex segretario repubblicano Giorgio La malfa, che aveva dichiarato apertamente la sua delusione per la politica del governo e del Pdl.
“Non sono d’accordo con le tesi avanzate dall’ex Presidente del Senato, ma credo sia necessario discuterle perche’ offrono la possibilita’ di capire chi siamo veramente, qual e’ la nostra identita’, qual e’ la rotta politica e di Governo che stiamo seguendo”, scrive oggi il ministro dei Beni e delle attivita’ culturali, che aggiunge: “Su questo punto Pera ha ragione: ‘Se un partito non ha chiara la propria cornice culturale, non puo’ avere chiara neppure la propria politica’”.
Citando poi il presidente Usa Barack Obama, a proposito della non messa in discussione della valenza positiva del mercato e del contemporaneo riconoscimento della necessita’ di vigilare sul mercato, per evitare che le sue dinamiche vadano fuori controllo e favoriscano solo chi e’ agiato, Bondi afferma di credere che “questo spirito, questo pensiero, appartenga anche a noi: non e’ una nuova ideologia, e’ quanto di meglio hanno espresso le culture democratiche del nostro tempo: la convinzione che anche l’economia deve avere una finalita’ di carattere sociale, umano, spirituale, e che nessuno puo’ essere lasciato solo, soprattutto quando soffre”. Bondi, infine, esalta “una concezione di liberta’ come relazione, liberta’ frutto di anche di legami e di responsabilita’ verso gli altri”, nel solco, afferma, anche dell’ultima Enciclica di Papa Benedetto XVI.