Interviste

Intervista su “La Provincia”

27 Marzo 2008

Pera: “Una battaglia per i valori” “Veltroni? Li predica e poi…mette i radicali in lista”

di Igor Traboni

Il senatore Marcello Pera, capolista del Pdl al Senato del Lazio, ha scelto la Ciociaria per una delle giornate più importanti della campagna elettorale: nel pomeriggio di mercoledí 9 aprile, infatti, a 48 ore dalla chiusura della campagna, l’ex presidente del Senato sarà ad Alatri (località Basciano, lungo la strada per Veroli, ore 18) per un incontro organizzato dall’onorevole Antonello Iannarilli. “Vengo sempre con piacere in Ciociaria racconta in maniera amabile il professor Pera nel corso di un colloquio che ci ha concesso ieri mattina e naturalmente non solo alla vigilia di qualche elezione. E’ una terra che conosco bene. Poche settimane fa, ad esempio, con mia moglie ho fatto un giro ad Alatri e Anagni, ho avuto modo di visitare queste città ed è stata un’esperienza bellissima. Le cattedrali, le cripte Ecco, se uno visita questi posti, capisce bene cos’è l’Italia, cos’è l’Europa e quali sono i valori che abbiamo e che dobbiamo difendere”.

Per passare ad argomenti più “terreni”, come sta vivendo questa campagna elettorale, è più faticosa o meno delle altre?
“Tutto sommato è analoga alle altre, almeno alle ultime. A parte questo sistema elettorale che purtroppo ha contribuito a raffreddarla molto”.

Questa legge elettorale proprio non le piace, vero senatore?
“No, non mi piace, è una legge pessima. Lo dissi a suo tempo e fui zittito da più parti, anche se adesso molti di quelli mi danno ragione. E’ una legge che non esprime assolutamente la rappresentatività del territorio. Anche se un piccolo merito questa legge elettorale è riuscito a guadagnarselo, ma solo in extremis”.

E quale sarebbe questo merito?
“Se i due grandi partiti che si sono delineati corrono veramente da soli, allora si va verso un bipartitismo vero, da uno contro uno. E’ questa è una cosa positiva, che ci avvicina a quanto accade all’estero, dalla Spagna alla Francia”.

Il Pdl, però, la corsa deve farla anche nei confronti di qualche ex alleato. Come sta vivendo questa situazione? Le crea qualche disagio o, di converso, aumenta l’impegno del senatore Pera?
“Diciamo che si tratta di casi diversi e che vanno opportunamente distinti”.

Partiamo da Ferrara e dalla sua lista per la moratoria sull’aborto, allora…
“Con Giuliano Ferrara abbiamo delle battaglie in comune, ad iniziare da questa sull’aborto. Diciamo però che il Pdl le rappresenta meglio”.

Insomma, battaglia giusta ma condotta con mezzi sbagliati?
“Diciamo meglio: la battaglia di Ferrara non solo è giusta, ma anche apprezzabile e coraggiosa, ma determinati valori il Pdl li rappresenta meglio”.

E poi c’è Casini candidato premier
“Casini ha commesso tanti errori, ma uno tra i tanti è stato quello di non capire l’evoluzione del sistema politico italiano, quello cui andiamo incontro e che dicevo prima: due grandi partiti. E’ questa la storia futura, il futuro dell’Italia. Ecco perchè dico che è un errore dare il voto a Casini. E poi certe ragioni di merito dell’Udc sono anche le nostre, ma il Pdl rappresenta meglio determinati valori: il cristianesimo, l’amore della patria, la famiglia. Il voto a Casini è inutile perchè non avrà mai la possibilità di difendere questi valori”.

E della scelta di Storace cosa ne pensa?
“Per quanto riguarda l’utilità del voto a La Destra, vale lo stesso ragionamento dell’Udc. Ma nella scelta di Storace credo abbiano influito più che altro dei fattori interni ad Alleanza nazionale, c’è stato il prevalere di una polemica interna a quel partito. Non a caso la Santanchè ha già detto che è pronta a votare l’eventuale fiducia al governo Berlusconi, confermando che camminano lungo lo stesso nostro solco. Mentre nel caso dell’Udc c’è stato più un protagonismo da parte di Casini Ma in definitiva credo che gli elettori capiranno che non è utile dare il voto a formazioni che poi andranno a rappresentare un terzo o un quarto partito”.

Domanda da un milione di dollari: cosa c’è in gioco il 13 e 14 aprile?
“Le ripeto quello che ho sempre sostenuto, spesso ricevendo frecce più o meno avvelenate, anche se pure in questi casi molti ora ripetono la mia tesi, ovvero che il vero discrimine di questa elezione è il laicismo, l’identità dell’Italia e degli italiani, la difesa dei nostri valori. Una difesa che non possiamo certo affidare al camaleontismo del Pd e di Veltroni, che da un lato dicono di difendere le ragioni dell’Occidente e poi in realtà indeboliscono la nostra identità”.

Però il Pd strizza forte l’occhio ai cattolici. Cosa si sente di dire a quest’ampia fetta del nostro elettorato, peraltro fortemente radicata anche in Ciociaria?
“Le rispondo con un segnale eloquente che arriva proprio da loro. Il Pd ha spostato due senatori cattolici, la Binetti e Bobba, dalle liste del Senato a quelle della Camnera, e sa con chi l’ha sostituiti?”.

Con due candidati del partito radicale
“Ecco, proprio cosí: due radicali scelti direttamente e personalmente da Veltroni. Nonostante il suo finto ecumenismo e tante prediche, in realtà Veltroni è contro i cattolici che nel Pd non troveranno rappresentanza, ma piuttosto sarà quella la casa dei Pacs, delle coppie di fatto, della sperimentazione sugli embrioni e via di questo passo. E poi, scusate tanto, ma dove stavano questi signori quando si trattava di difendere il Papa dopo il suo intervento a Ratisbona, la vicenda dell’Università La Sapienza e altre battaglie su valori autentici?”.

Un’ultima battuta sul voto nel Lazio. à d’accordo o no sul fatto che proprio qui e proprio al Senato di cui lei è capolista per il Pdl, si giocherà la partita decisiva?
“Guardi, il Lazio è la regione di Roma ma anche di altre importanti province. E nel Lazio i valori di cui abbiamo parlato finora sono determinanti. Credo che sarà davvero cosí e proprio su quel discrimine cui facevo riferimento si giocherà la battaglia cruciale. Ecco perchè dico agli elettori della vostra provincia che non bisogna disperdere il voto e che dare forza al Pdl significherà rafforzare quella sorta di diga laicista che abbiamo eretto”.

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