23 Novembre 2008
di Giacomo Galeazzi
Per Natale l’editoria riserva una sorpresa. Benedetto XVI firma la prefazione del nuovo saggio di Marcello Pera. Un sodalizio, soprattutto letterario, nato ai tempi in cui il Pontefice era semplice cardinale e Pera il presidente del Senato. Da voci della casa editrice confermate in Vaticano, Benedetto XVI è, dunque, il prefatore d’eccezione del libro «Perchè dobbiamo dirci cristiani» di Pera.
Ad aprire il saggio dell’ex presidente del Senato e leader «teocon» (in uscita nei prossimi giorni) è una lettera-prefazione nella quale il Papa esprime apprezzamento e condivisione per le tesi del parlamentare Pdl ed epistemologo di fama mondiale su «Liberalismo, Europa ed etica», come recita il sottotitolo dell’opera. Nel testo introduttivo il Pontefice elogia l’impostazione del senatore su ciascuno di questi tre filoni. Entrambi decani dell’attività accademica, Joseph Ratzinger e Marcello Pera si conoscono da diversi anni, da quando erano rispettivamente prefetto dell’ex Sant’Uffizio e seconda carica dello Stato. Insieme, nel 2004, hanno scritto «Senza radici» (edizioni Mondadori) per mettere in guardia da un’Europa «affetta dal morbo del relativismo», da un Occidente che non si ama, «prigioniero in quella gabbia di insincerità e ipocrisia che è il linguaggio politicamente corretto». E’ stata la comune preoccupazione per la condizione morale e storica di un «grande continente senza radici» ad avvicinare un filosofo laico e il teologo custode dell’ortodossia cattolica all’indomani della firma del Trattato costituzionale dove, dopo lunghe discussioni, non è stato inserito il riferimento specifico alle comuni radici giudaico-cristiane chiesto da Giovanni Paolo II. Cinque anni fa una «lectio magistralis» di Pera, uomo di Stato, alla Pontificia Università Lateranense e una conferenza di Joseph Ratzinger, uomo di Chiesa, alla sala del Capitolo del Senato sono all’origine di del loro incontro. I successivi colloqui e due lunghe lettere (la prima di Pera a Ratzinger, la seconda di risposta di Ratzinger a Pera) hanno dato vita ad un sodalizio intellettuale che vede ora Benedetto XVI nel ruolo di prefatore che fu del senatore Pdl in apertura del saggio ratzingeriano sull’Europa. Anche dopo l’elezione al Soglio di Pietro, hanno continuato ad avere colloqui riservati. Benedetto XVI, rivelano nei Sacri Palazzi, sapeva del libro in cui Marcello Pera parafrasa nel titolo il celebre «Perchè non possiamo non dirci cristiani» di Benedetto Croce. Il Papa e il senatore ne hanno parlato la scorsa estate a Castel Gandolfo e, dopo l’incontro, Joseph Ratzinger ha inviato una lettera densa di elogi e di punti di convergenza. Le tesi contenute nella nuova opera di Pera e cosí calorosamente approvate dal Pontefice si fondano sulla convinzione che non si possa godere della libertà rifiutando la tradizione cristiana, cioè l’insieme di valori che garantisce maggiormente i diritti della persona. Nè si può pensare di unificare l’Europa rimuovendo le radici cristiane perchè è proprio lí che si trova la nostra identità. Quindi, è impossibile arrestare la deriva bioetica che si allarga nel mondo senza tenere conto del cristianesimo. Su ognuna di queste impostazioni di fondo del saggio sono arrivati gli elogi di Benedetto XVI e al senatore fu chiarito che la missiva papale gli era stata mandata perchè fosse pubblicata. Un regalo inaspettato e lusinghiero al suo ex-coautore.