Questo libro tratta di un episodio di storia della scienza – la controversia fra Luigi Galvani e Alessandro Volta sull’elettricità animale, la cui virulenza, al tempo in cui scoppiò (1791), fu paragonata alla tempesta che cominciava a sconvolgere la scena politica e sociale dell’Europa. Ma benché questo avvincente episodio sia storicamente circoscritto, esso è ancora attuale, sia perché il noccilo duro della controversia (vitalismo biologico contro materialismo fisico) è questione ancora dibattuta, sia perché la sua struttuta logica è un esempio di modello ricorrente.
Da questo punto di vista, la controversia Galvani-Volta si presenta come un caso emblematico da laboratorio epistemologico. Che cosa decide il destino di due teorie scientifiche rivali? Esistono regole precise di scelta per preferire una di esse quale più prossima alla verità o quale programma più promettente su cui lavorare?
La venerabile idea che a ciò bastino “fatti e raziocinio”, come pensavano Galvani e Volta in omaggio ad una lunga tradizione metodologica ancor diffusa fra gli scienziati e filosofi, viene qui messa alla prova. Il libro mostra che ci sono casi in cui un cambiamento scientifico di teorie scientifiche che coinvolga anche un cambiamento nelle assunzioni metafisiche profonde può dar luogo a sistemi concettuali incompatibili ma equivalenti empiricamente. Sono i casi come questi che sfidano le più radicate regole del metodo e della razionalità scientifica.