“La vicenda ha danneggiato tutta Italia. Il Pd molli le toghe e faccia le riforme”
Intervista all’ex presidente del Senato, Marcello Pera. “Nei confronti di Berlusconi era una persecuzione, questa è la prova”
di Felice Manti
«Era una persecuzione, questa è la prova». L`ex presidente del Senato Marcello Pera commenta a caldo l`ennesima assoluzione di Silvio Berlusconi, mescola accuse politiche a obiezioni pacate e invoca una riforma della giustizia «ormai assolutamente necessaria»: «Ci hanno tentato finché hanno potuto – insiste il filosofo – l`accusa era grave e ha creato un danno d`immagine nei confronti del Paese».
Che ricordo ha di quella stagione?
«Terribile. L`Italia era diventata una barzelletta, ricordo la denigrazione, il ridicolo, il discredito che ci veniva gettato addosso, Ruby rubacuori eccetera. E la sinistra…».
«Senza alcuno spirito critico ha seguito la magistratura inquirente, con la solita stampa a fare da trait d`union. Una pagina della Storia brutta, brutta, brutta…».
Questa sentenza avrà una ricaduta sulla riforma della giustizia che questo Parlamento e questa maggioranza ha il diritto e il dovede di fare?
«Io penso che debba essere uno stimolo. La riforma, che pure va fatta, fa fatta con uno spirito laico, di vero e civile confronto, altrimenti non se ne esce. Teniamo questa pagina a memoria, non dimentichiamola, superiamola e però ora parliamo delle cose vere, come una riforma della giustizia per via costituzionale».
Leggendo le proposte in discussione in Parlamento che idea si è fatta? Csm doppio, separazione delle carriere…
«Ho visto che hanno iniziato delle audizioni… (sorride) sono trent`anni che audiamo gente, le cose che dicono le sappiamo tutte a memoria… ho visto dei disegni di legge che però mi sembrano un po` timidi, non sono ancora adeguati….»
Parla dell`ipotesi di due Consigli superiori della magistratura?
«Sì… Secondo me una riforma del genere non solo non è sufficiente ma potrebbe essere addirittura pericolosa…»
Addirittura? E cosa propone per disinnescare i meccanismi che creano distorsioni?
«Bisogna capire bene, molto seriamente, quale deve essere il ruolo del pubblico ministero».
Ci dica il suo punto di vista…
«Non può essere uno con le stesse garanzie del giudice, non può essere uno che ha l`obbligo dell`azione giudiziaria, non può essere uno che ha il controllo della polizia giudiziaria».
C`è una distonia rispetto al giusto processo e rispetto alle garanzie previste dall`articolo 111 della Costituzione?
«Il sistema attuale non corrisponde più al processo accusatorio per come lo conosciamo. Il ruolo del pm – senza per questo pensare di sottoporlo al controllo del potere politico – così com`è non va».
Sanzioni disciplinari: che cosa suggerisce?
«Abbiamo scherzato per trent`anni… (la voce si fa più seria) È un punto delicato, anche nelle proposte che ho letto non ho trovato. Non possiamo lasciare le sanzioni disciplinari a un eventuale Csm composto solo da pubblici ministeri. I provvedimenti disciplinari vanno posti sotto un`Alta Corte di Giustizia dei magistrati. Ma…»
Ma?
«Serve il contributo vero delle opposizioni. Mi auguro che il Pd, che ha resistito agli attacchi dei suoi alleati, che siano veri, ex o presunti alleati, diventi una forza autonoma della sinistra e che con loro si possa veramente aprire un confronto».
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