28 Luglio 2010
L’onorevole Denis Verdini ha dichiarato di non appartenere alla P3. E’ credibile soprattutto per una ragione: che la P3 è una bufala lanciata dalla magistratura per avvelenare la politica. Questa bufala si smonterà da sè, ma intanto ha già ottenuto i risultati per cui è stata fabbricata. Primo risultato: nessun magistrato che voglia fare carriera potrà esprimere opinioni di centro destra o iscriversi ad una corrente diversa di centro destra. Per fare un esempio, chi volesse diventare procuratore a Milano deve farsi raccomandare, come si faceva una volta, da Magistratura democratica: oltre alla garanzia dell’incarico, avrà anche quella di non essere intercettato o, se intercettato, di non vedersi infangato sui giornali.
Secondo risultato: il partito di maggioranza non sarà libero di designare alla vicepresidenza del Csm un esponente di centro destra. Si dovrà proseguire con la pratica dei Galloni, Verde, Rognoni, Mancino. Comunque sia, ai magistrati è riconosciuto un diritto di veto politico dichiarato e preventivo.
Terzo risultato: non si potranno fare riforme della magistratura e non si potranno toccare i magistrati in alcuna maniera. Al più, come hanno chiesto e ottenuto, solo per aumentargli lo stipendio.
Sedici anni dopo siamo daccapo: qualche babbeo, qualche balordo, qualche millantatore, qualche trafficante, e anche qualche mascalzone autentico servono ai magistrati non per perseguire colpevoli di reati ma per rovesciare l’Italia come un calzino e fare pulizia politica. Verdini è solo l’ultimo entrato nella lavanderia. Ai titolari non interessa lui, l’importante è che funzioni il loro negozio.