1 ottobre 2006
Il piano segreto di Pisa per ridimensionare l’Imt
L’Alta Scuola di formazione universitaria di Lucca, inaugurata due anni fa dall’allora presidente del Senato Marcello Pera (che l’ha fortemente voluta) e dall’allora ministro all’Istruzione Letizia Moratti, oggi rischia di veder svanire la sua connotazione identitaria e giuridica – il modello è quello consortile fondato sull’autonomia – finendo per diventare una «succursale» del potente ateneo pisano, saldamente ancorato a sinistra. Il disegno, infatti, intreccia rivendicazioni di primazia universitaria e rivalse politiche targate ds, a cominciare dall’ex rettore dell’Ateneo di Pisa, Luciano Modica, attuale sottosegretario Ds all’Università e alla Ricerca.
Lo stesso chiamato a rispondere in merito dal senatore fiorentino Paolo Amato (Fi) in commissione cultura «per chiarire la vicenda che vede la Scuola di Sant’Anna di Pisa cercare di “costruirsi” un ruolo egemone nel campo delle Scuole d’eccellenza toscane, creando problemi, attraverso manovre più o meno segrete, ad altre Scuole come l’Imt di Lucca. Un comportamento inaccettabile e assai poco trasparente, sul quale proprio il ministero dell’Università deve dire la sua». Ancora: il senatore azzurro Gaetano Quagliariello, tra i fondatori di Imt che ha guidato fino a poco tempo fa, ha presentato un’interrogazione al ministro dell’Università Fabio Mussi (Ds) nella quale, citando le numerose prese di posizione di esponenti diessini locali e nazionali sull’Imt chiede «quali provvedimenti si intendono assumere per ristabilire una situazione di normalità a fronte di incresciose dichiarazioni, riaffermando il principio costituzionale dell’autonomia didattica e nello specifico, dell’autonomia dell’Imt». Non solo: Quagliariello chiede che il ministero chiarisca se esiste una «volontà politica di condurre Imt sotto l’egida delle Scuole pisane».
Il timore, dunque, è che venga ridimensionato il ruolo della Scuola d’eccellenza lucchese intervenendo sia sul piano dell’autonomia (comprese le risorse), che su quello della didattica. Timore che trae origine anche da un documento riservato che nei mesi scorsi da Pisa è stato inviato al ministero con indicazioni neanche troppo velate sui percorsi da seguire nei confronti della scuola lucchese. Mittente la Scuola Sant’Anna che tenterebbe di coinvolgere nei suoi propositi anche la Normale anche se, a quanto pare, quest’ultima non gradirebbe l’intento dell’operazione. Una sorta di «report» sulla situazione dell’Imt dopo il suo riconoscimento ufficiale. Con sottolineature circa «logiche e approcci» da seguire «diversi da quelli fin qui seguiti nella fase di sperimentazione» finalizzati a un coinvolgimento più consistente delle due Scuole superiori pisane all’interno di Imt.
Tra queste sottolineature, il fatto che proiettare l’Imt nel sistema universitario nazionale tenendo presente il suo profilo – suggerisce il documento – «è difficilmente concepibile al di fuori del contesto universitario pisano. Per ragioni storiche, geo-territoriali, politico-istituzionali e culturali, Lucca è da sempre parte naturale di tale contesto e nel tempo i legami reciproci si sono fatti sempre più stretti». Ragion per cui «il coinvolgimento delle Scuole Superiori (Normale e Sant’Anna) oltre che dell’Università di Pisa» secondo il documento inviato al ministero «costituisce un’opportunità a cui Lucca dovrebbe guardare con particolare attenzione. E questo per mettere a frutto e rendere sinergico un patrimonio di esperienze, competenze e credibilità scientifica internazionale, riconosciuto ed apprezzato, non altrimenti acquisibile nei modi che si richiedono per non limitarsi a collaborazione di pura facciata». Dunque Pisa rivendica un ruolo più determinante all’interno di Imt e il passaggio successivo è ancora più chiaro: «Per rendere possibile questo tipo dì percorso, occorre che le collaborazioni siano definite superando gli schemi seguiti nella fase di sperimentazione, con lo scopo di rendere operante il nuovo status di Imt come entità giuridico-istituzionale autonoma, e nel contempo creare le condizioni per la massima valorizzazione dell’apporto esterno». Passaggio al quale segue l’auspicio di «dotare le due Scuole superiori pisane di una dotazione finanziaria annua specifica, tramite un apposito intervento del Miur, da destinare al finanziamento della Scuola di dottorato di Lucca».