Intervista su "l'Occidentale"

Parla l'ex Presidente del Senato
Pera: “L’UE? Una banca, una impresa di assicurazioni e un istituto dove prendere soldi ma nessuna identità”
di Samuele Cecotti
Presidente, l’arcivescovo Crepaldi ha parlato di una UE “morta per coronavirus”, Ella ha invece retrodatato il decesso considerando il virus solo come ciò che tale (già avvenuta) morte ha manifestato. Chi ha ucciso l’UE? Di cosa e quando è morta?
Credo che nella sostanza siamo d’accordo. Senza il coronavirus non ci sarebbe stato il certificato di decesso dell’Unione Europea. Lì si è visto che l’Unione non è uno Stato federale né confederale, come è noto, ma neppure una comunità, perché non si fa carico delle difficoltà che colpiscono i suoi membri e alcuni in modo particolare. Piuttosto, è emersa la volontà egemonica di alcuni Stati di dettare le regole agli altri. Esattamente come accadde con la Grecia, solo che stavolta l’evento è stato meno cruento. Osservo poi che sono stati proprio gli europeisti, quelli che si portano sempre al petto la medaglia d’onore e si danno pacche sulle spalle di autocompiacimento, a rompere il giocattolo. Nel migliore dei casi, hanno trasformato l’Unione in una banca, un’impresa di assicurazione, un istituto che presta soldi e che ciascuno poi si strozzi quando deve restituirli. Non avendo mai messo in gioco la sua identità e il suo destino, l’Europa alla prima prova seria e drammatica si è sciolta. Un’accozzaglia di Stati che stanno insieme se fa comodo, che si osteggiano per lo più, sul coronavirus oggi, come ieri sull’islam e l’immigrazione.
- Dettagli
- Interviste
Articolo su "ItaliaOggi"

Può stabilire le regole ma non può sicuramente sindacare sulle libere scelte dei cittadini
Inaccettabile lo Stato precettore
Questo governo dice: so bene io cosa è giusto per te
di Marcello Pera
Perché il nuovo decreto Conte solleva così tante proteste e malcontento? Perché è contraddittorio, incongruente, irragionevole. In una parola, è stupido.
Per esempio, io posso visitare mio fratello, ma non posso visitare mio padre che riposa in una tomba, anche se il cimitero sta lì accanto ed è vuoto.
Posso andare da mia sorella grande che abita a 200 chilometri, ma non dalla piccola, perché vive a due chilometri nella regione limitrofa.
Posso partecipare al funerale di un caro amico, purché siamo meno di 15, ma non alla celebrazione della messa in suffragio della sua anima.
Da mia suocera posso andarci, dalla mia amante, con la quale ogni volta che ci riesce siamo molto congiunti, non posso.
- Dettagli
- I miei articoli
Articolo su "ItaliaOggi"

Marcello Pera - O, se vogliamo essere più gentili: «Il termine Unione è una bugia» (Romano)
L'Unione Europea è morta
Ecco perché il patriottismo europeo non poteva funzionare
di Marcello Pera
Caro direttore,
diciamoci la verità: l'Unione europea è morta o, se vogliamo essere più gentili, «il termine Unione è una bugia», come ha scritto Sergio Romano. Per le ragioni che Lei ha chiarito meravigliosamente, oggi c'è solo la Germania, con la Francia attaccata ai polpacci tedeschi a far finta di essere protagonista.
Ad ammazzare l'Unione ci hanno provato i sovranisti, ma ci sono riusciti gli europeisti, per come l'hanno disegnata prima e guidata poi.
- Dettagli
- I miei articoli
Articolo su "Corriere della Sera"

Evitare che la democrazia si indebolisca
di Marcello Pera e Antonio Malaschini
Caro direttore, parallelamente alla diffusione del Covid-19, abbiamo avuto in Italia una proliferazione di norme. Se il primo fenomeno è preoccupante per la nostra salute, il secondo è allarmante per la nostra democrazia. Entrambi sono veleni in tessuto diversi, e non si dovrebbe prestare all'uno minore attenzione che all'altro.
- Dettagli
- I miei articoli
Intervista - Sky TG24
- Dettagli
- Interviste
Intervista su "Il Tempo"

L'ex presidente del Senato: «I decreti si fanno di notte, non si convocano le Camere. Un livello mai visto»
Con la scusa del Covid si uccide la Costituzione
Appello di Marcello Pera e un gruppo di intellettuali, da Becchi a Terzi
di Pietro De Leo
«"Tutti a casa" è rimedio salutare secondo i medici, ma veleno per le istituzioni. La pandemia sconvolge le nostre vite, cambia i nostri comportamenti quotidiani, colpisce i nostri affetti più consolidati, mortifica persino la nostra umana pietà. Ma non può uccidere le istituzioni». È, questo, il cuore di un appello che Marcello Pera, fiosofo della scienza, già presidente del Senato, ha lanciato assieme ad un gruppo di intellettuali.
- Dettagli
- Interviste
Intervista su "Il Foglio"

Chiudere il Parlamento
Fare del Parlamento un bivacco di contagiati, parlano gli ex presidenti
"Neanche in tempo di guerra. Neanche con l'influenza asiatice", dice Pera. E Bertinotti: "Sarebbe da dementi".
di Salvatore Merlo
Roma. “Neanche in tempo di guerra si chiude il Parlamento”, dice Marcello Pera. E Fausto Bertinotti: “La democrazia non è una variabile, non può essere sospesa dalla paura del contagio”. Ma l’Italia politica, e le sue istituzioni, sono alle prese con una questione gigantesca, che in queste ore viene soppesata alla Camera e al Senato. “Chiudere il Parlamento” è un’espressione di per sé spaventosa, evocativa d’un passato tragico, e che pure viene maneggiata ormai senza cautela.
- Dettagli
- Interviste
Articolo su "ItaliaOggi"

Il fascismo è oggi identificato con Salvini, come ieri con Berlusconi e prima con Craxi
Chi non è comunista è fascista
Il sillogismo ha preso piede anche se è invece un sofisma
di Marcello Pera
Caro direttore, vorrei raccontarLe di quella volta che non diventai antifascista. Anche se la mia personale vicenda è del tutto irrilevante, penso che la lezione che se ne può trarre sia ancora di attualità, perché con l'antifascismo ci risiamo. Siamo tutti subissati di appelli contro la marea nera che monta e siamo tutti invitati a montare di guardia.
Andò così. Un giorno, sui diciassette anni, un compagno di scuola, ignorante di storia e di politica come me, ma convinto di saperla lunga, mi fa: tuo padre è stato partigiano? Imbarazzo, sconcerto e sgomento: no, ammisi, mio padre non è stato partigiano.
Ma tuo padre è comunista? No, confessai, mio padre non è neanche comunista. E quello: allora tuo padre non è un vero democratico. E me ne spiegò la ragione, con questo sillogismo: i comunisti sono antifascisti (infatti sono stati partigiani); gli antifascisti sono democratici; i comunisti sono democratici.
Conclusione: se volevo essere democratico dovevo essere antifascista, e se volevo essere antifascista dovevo essere comunista. Corollari: al momento opportuno, avrei dovuto votare per il Pci o i suoi alleati; intanto, avrei dovuto cantare Bella ciao o Fischia il vento; infine avrei dovuto riconoscere che, grazie ai partigiani e ai comunisti, che ci avevano liberati, noi avevamo una «costituzione antifascista».
- Dettagli
- I miei articoli
Articolo su "Il Foglio"

Il cristianesimo dopo Bergoglio sarà un'altra cosa, più a buon mercato.
La cancellazione dell'Istituto Giovanni Paolo II interroga i "Christifideles laici". Il bastone e la misericordia
di Marcello Pera
Ragioniamo da laici nel senso oggi inteso, cioè da non credenti che ritengono che la religione e la chiesa siano e debbano essere separate dalla politica e dalla società civile e giuridica. Che cosa possiamo dire della cancellazione dell’Istituto Giovanni Paolo II voluta da Papa Francesco, “interposito” Paglia? Pressoché nulla. Se la chiesa è la comunità privata dei credenti in Cristo con leggi e statuti propri, allora per i laici il Papa che ne è il vertice ha diritto di fare ciò che meglio crede.
- Dettagli
- I miei articoli
Articolo su "Il Foglio"

La sofferenza insensata di un occidente progredito, ma rimasto senza Dio
Da Marx a Hegel: la conoscenza come teofania. Un libro
di Marcello Pera
Fra i grandi problemi filosofici, quello del progresso è fra i meno trattabili. Anche nei contesti meglio definiti e apparentemente più appropriati, quelli della scienza, la questione non è chiara. Nessuno dubita che la conoscenza scientifica progredisca, che oggi ne sappiamo più e meglio di ieri. Ma se ci si chiede come e perché, questa idea si fa analiticamente opaca. La scienza progredisce secondo il modello della espansione, alla maniera delle onde concentriche in uno stagno, in cui di volta in volta i cerchi esterni (le nuove conoscenze) contengono quelli interni (i risultati acquisiti)? Oppure la scienza progredisce secondo il modello dell’approfondimento, alla maniera dei gironi infernali danteschi a forma di cono rovesciato, in cui il successivo va più in profondità del precedente?
- Dettagli
- I miei articoli