Interviste

Intervista su “Il Giornale della Toscana”

26 Novembre 2006

Pera: “Un laboratorio politico e culturale”

di Massimo di Grazia.

Il Convegno dei Circoli Giovani voluti da Marcello Dell’Utri cade in un momento particolare della vita politica e di quella di Forza Italia. Il Governo Prodi è ai minimi storici di consenso nel Paese, ed ormai nemmeno a sinistra si crede che possa durare per tutta la legislatura. Di contro Forza Italia, dopo la delusione della sconfitta sia pur di misura nelle elezioni di aprile, è di nuovo in fase di crescita in tutti i sondaggi, tanto che se si votasse oggi, supererebbe da sola l’intero Ulivo. Inoltre di recente Berlusconi ha rilanciato i “circoli della libertà” su cui molto si sta discutendo. Su questi temi abbiamo voluto sentire il parere dell’ex Presidente del Senato Marcello Pera, da molti considerato uno dei pensatori più lungimiranti del partito azzurro e dell’intero panorama politico italiano.

C’è chi sostiene che, con i circoli della libertà, Berlusconi voglia superare Forza Italia, e ritornare allo spirito del ’94, quando iniziò la sua avventura nel mondo della politica. E’ un’interpretazione su cui concorda?

Non credo. Penso invece che i circoli possano avere diverse funzioni. Innanzi tutto, visto che la creazione dei circoli della libertà va oltre Forza Italia poiché si rivolge anche alle altre forze politiche che compongono il Centro Destra, ritengo che possano diventare un po’ una sorta di laboratorio non solo politico ma anche culturale, in vista di quel “Partito delle Libertà” in cui in un prossimo futuro potrebbero confluire gli attuali partiti della Casa delle Libertà. In secondo luogo credo che Berlusconi li abbia voluti per contrastare lo strapotere che la sinistra ha attualmente sul territorio e anche per dialogare con persone che, per forma mentis, mai si avvicinerebbero ad un partito politico. Comunque non sono a mio parere da considerare come un superamento del partito, che deve continuare a crescere per suo conto.

Veniamo all’attuale momento politico. Il Governo Prodi, con l’incredibile gestione della legge finanziaria, è precipitato ai minimi storici nei sondaggi. Tuttavia non sembra che ci sia aria di spallata in vista.

Finchè Prodi potrà godere dell’appoggio dei Senatori a vita, che, è bene ricordarlo, sono tutti omologhi al centro sinistra, sarà difficile che il governo cada. Purtroppo questa è un’altra anomalia del nostro paese: l’Italia è divisa in due tra centro destra e centro sinistra, ma tutti gli ultimi presidenti della Repubblica, la maggioranza assoluta dei componenti la Corte Costituzionale ed il Consiglio Superiore della Magistratura da anni appartengono all’area di centro sinistra. Mi chiedo se il nostro sia ancora un sistema pienamente democratico e rispettoso della volontà popolare. Tornado all’attuale governo, penso tuttavia che Prodi faccia bene a non illudersi. Il suo progetto politico, posto che mai ci fosse, è già svanito. Il Governo naviga a vista acquisendo il voto di senatori che potrebbero risultare decisivi in cambio di promesse di stanziamenti, come nel caso del se. Pallaro o della stessa Montalcini. I nodi verranno al pettine quando si tratterà di mettere mano a riforme strutturali, come quella delle pensioni, oppure quando ci troveremo davanti ad una grave crisi internazionale che metterà a nudo le differenze incolmabili tra sinistra massimalista e quei partiti che ancora si definiscono riformisti.

Qualora tuttavia il governo cadesse, pensa che si tornerà subito alle urne?

Credo che difficilmente il Presidente della Repubblica scioglierà le camere: Napolitano dirà che non è opportuno che si torni a votare così presto ed effettivamente sarebbe una cosa traumatica, che non ha precedenti e non solo in Italia. Ma se Prodi va a casa, si tratterebbe di una crisi non solo di governo, ma di sistema: si rimescolerebbero le carte e si formerebbero nuove aggregazioni.

Cosa devono fare allora i partiti della Casa delle Libertà in questo momento?

Un opposizione fermissima in parlamento e farsi vedere il più possibile nel Paese. Per esempio con la manifestazione prevista per il prossimo 2 dicembre a Roma, anche perché con le continue richieste di fiducia su tutti i temi importanti, nel Parlamento di fatto viene impedita ogni tipo di discussione. E’ giusto quindi evidenziare la protesta di tanti cittadini che si sentono impoveriti da questa finanziaria.

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