Interviste

Intervista su “Il Mattino”

Pera: “Berlusconi sta sbagliando, l’unico a perdere sarà lui”

Venti anni insieme condividendo tante battaglie. Tranne l’ultima. “Ma in quest’ultima, forse la più importante, Silvio Berlusconi sta rinnegando la sua storia e la storia di Forza Italia”, ha detto Marcello Pera, ex presidente del Senato e presidente del Comitato LiberiSì, intervistato oggi dal Mattino, aggiungendo: “Che vinca il Sì o vinca il No, sarà l’unico a perdere”.

[Marcello Pera] Professore, in un intervento su ItaliaOggi ha dato alla sua scelta di votare Sì una motivazione particolare. “Perché mi piace il gelato al pistacchio”, ha detto. Che significa?

Osservo che più il tempo passa e meno gli oppositori vogliono parlare della riforma. Hanno esaurito i temi, non hanno obiezioni serie e parlano di altro, divagano, ognuno motiva il proprio no con ragioni del tutto esterne al merito del referendum. Bene, anch’io dico che voto Sì per motivi che nulla hanno a che fare con le riforme.

Il motivo è il gelato al pistacchio…

La riforma sta scomparendo dal dibattito, si parla solo di opposizione al presidente del Consiglio. C’è chi, come D’Alema, vota no perché vuol mandare a casa Renzi; chi, come Bersani, si oppone per riprendersi il partito; chi, come Monti, è contrario perché non gli piace la manovra; chi, come Berlusconi, vota no perché vuole anch’egli mandare a casa Renzi ma con il biglietto di ritorno. Ognuno si aggrappa al referendum per rispondere ai propri bisogni.

Tutti contro Renzi, dunque?

Se anche fosse questo l’obiettivo, mi domando: mandiamo a casa Renzi, ma poi con chi lo sostituiamo? Certamente non con Salvini e Berlusconi, certamente non con Di Maio, certamente non con D’Alema, Letta, Monti. Si aprirebbe nel Paese una crisi politico-istituzionale enorme, con gravi riflessi interni e internazionali. Prima di mandare a casa Renzi ci penserei bene.

L’alternativa a Renzi è Renzi?

Non c’è dubbio, lo sostiene anche Berlusconi quando ripete che se vince il no Renzi cade ma poi si rifà un governo insieme. Berlusconi gli vuole dare un biglietto di andata e ritorno. Io preferisco che Renzi non cada, vorrà dire che la riforma è passata.

Crede ancora che Berlusconi possa cambiare idea?

Nei ragionamenti di Berlusconi è scomparsa la politica. Ricordo che aveva stretto con Renzi un patto importante: quando fu chiamato al Nazareno era un uomo politicamente morto, era appena stato sbattuto fuori dal Parlamento mentre i suoi lo abbandonavano per sostenere il Governo. Quel patto lo riportò sulla scena. Poi, un giorno Berlusconi ci fece sapere che non avrebbe più rispettato l’accordo perché era stato eletto Mattarella. Un errore grave. Oggi Berlusconi si è arreso alla politica suicida del no a tutto, tanto più che se vince il no, vince Grillo, vince D’Alema, vince Salvini, ma perde lui.

Ritiene che Berlusconi sia condizionato dai colonnelli di Forza Italia?

Le lotte interne sono evidenti, ci sono colonnelli come Brunetta che si atteggiano a generali. Ma conosco bene Berlusconi e posso assicurare che in politica non si è mai fatto condizionare. Tutti questi colonnelli lui li ha creati, lui può sgonfiarli togliendogli il soffio. La scelta di votare No è tutta sua ma è una scelta che risulta incomprensibile ai tantissimi elettori di Forza Italia che vogliono votare Sì e risulta incomprensibile finanche alla sua famiglia. Berlusconi ha deciso di uscire di scena senza lasciare traccia proprio nel momento in cui Forza Italia potrebbe riacquistare una centralità politica.

L’esito del referendum aprirà nuovi scenari?

Si sta aprendo una vera e propria prateria tra lepenisti e nazionalisti da un lato e la sinistra dall’altro. Nel mezzo non c’è nulla e in quel mezzo prima c’era Forza Italia. In questa prateria è entrata Ala, c’è Scelta Civica, anche Angelino Alfano sta cominciando a capire che c’è un vuoto da riempire e lo stanno comprendendo decine di amministratori di Forza Italia. Il referendum serve per creare una forza politica liberal-democratica distante dai lepenisti e dalla sinistra.

Per sinistra intende il Pd?

No, la sinistra del Pd. Il Pd di Renzi è altra storia ma tra Renzi e Salvini deve pure esserci qualcosa.

Il suo ragionamento richiama alla legge elettorale ma l’Italicum premia i partiti e non le coalizioni.

È vero, ci vorrebbe una legge elettorale che assegni il premio di maggioranza alla coalizione e non alla lista ed è un’opportunità che Renzi ha generosamente offerto ma Berlusconi non ha colto. C’è la possibilità di costruire un’area liberale che non si riconosca nel Pd in maniera organica e sia lontana dal lepenismo di Salvini. Ma osservo, ahimè!, che Forza Italia resta a guardare.

Forse Berlusconi è condizionato dalla Lega?

Mi domando cosa dirà Berlusconi al Ppe. I popolari e il Pse sono coalizzati in Europa contro i populisti e Forza Italia si dovrebbe alleare in Italia con la Lega e Fdi? È impensabile. Come può Berlusconi pensare di stare nel Ppe senza seguirne la linea? Berlusconi sciolga questa incongruenza altrimenti di isola anche in Europa.

 

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