Interviste

Intervista su “Il Messaggero”

20 Gennaio 2008

di Anna Maria Sersale

ROMA – Senatore Marcello Pera, le proteste dei 67 scienziati che hanno detto “no” al Papa pongono degli interrogativi. La laicita’ si sta caricando di anticlericalismo?

“La laicita’, la sana laicita’, e’ avversata dal fronte laicista. E’ sotto attacco. Una minoranza tracotante e supponente nega la dimensione della fede. Il laico e’ colui che basa la propria concezione del mondo non su una fede rivelata, ma non la esclude, e’ rispettoso della fede altrui. Il laicista, invece, nega il fondamento del credere, lo trova irrazionale, primitivo, non moderno. Il laicista irride il credente, il laico no. Ma i valori dello Stato democratico, primi fra tutti la dignita’, il concetto di persona, i diritti umani, hanno fondamento religioso, discendono dal cristianesimo. Ecco perche’ i laicisti, nell’essere antireligiosi, sono contro lo Stato democratico in cui dicono di credere e in questo modo segano il ramo su cui sono seduti”.

Lei ci sarà a San Pietro?

“Si’, ma per me non e’ solo questione di solidarieta’. Intendo testimoniare tre cose: il diritto del Papa a parlare, la mia adesione ai suoi principi, l’impegno contro il rischio che nasca il clericalismo”.

Si puo’ parlare di crisi della laicita’?

“C’e’ un impoverimento, un affievolimento, che corrisponde alla crisi del liberalismo. In parte la laicita’ e’ divenuta laicismo, che si e’ nutrito dell’indebolimento della cultura laica, generando il clericalismo. Perche’, negando alla Chiesa il diritto di intervenire nella vita pubblica, si produce la chiusura, come atto di difesa. I cattolici, attaccati, si chiudono e rischiano di diventare clericali. Percio’, se nasce il clericalismo, per ironia, la responsabilita’ e’ dei laicisti, di quelli cioa’ che non lo vorrebbero. Percio’ i laici hanno un grande compito, quello di contrastare il laicismo e la possibile deriva clericale. Non mi sembra che in Vaticano si voglia un partito clericale e questo mi consola. Del resto, il contrario sarebbe un tradimento del pensiero del Papa che non vuole partiti clericali ma diffusione del pensiero cristiano. Il partito clericale e’ una setta, il pensiero cristiano e’ ecumenismo”.

La laicita’ non nega e non da’ giudizi aprioristicamente. Nel caso della Sapienza, invece, abbiamo visto che si è risolta nell’anticlericalismo trasformandosi in ideologia. Che peso ha questa ideologia nella politica e nella società?

“E’ rappresentata da una minoranza rumorosa che e’ arrivata a orientare classe politica e èlite culturali. Basti pensare alle leggi bioetiche, ai matrimoni omosessuali, alla negazione delle differenze di sesso”.

Ruini ha detto: la Chiesa non scrive l’agenda politica, ma chi la fa. Pero’ c’e’ un vuoto in cui la Chiesa si inserisce. Non e’ pericoloso?

“La situazione della politica e’ cosi’ debole che se davvero volesse, la Cei potrebbe scrivere l’agenda. Ma confido nel senso di responsabilità della Chiesa. Pero’ si sta verificando un vuoto, tanta gente chiede di tutelare l’identità italiana ed europea, ha paura dell’Islam, e’ smarrita dalle legislazioni in materia di bioetica e dalla scienza biologica, ma la guida la trova nelle parole del Papa, non la trova nella politica perchè questa non risponde. E’ chiaro che la colpa non e’ di Ratzinger, ma della debolezza della politica”.

Mai stati tanti gruppi. Teodem, teocon, cattolici adulti, cattolici del Pd e della Cdl. E’ possibile un grande centro e una loro ricomposizione?

“I gruppi rispondono tutti a una diversa interpretazione dell’ispirazione cristiana, che in politica si traduce anche in posizioni di destra o di sinistra. Non voglio giudicare, ma hanno tutti fondamento, non c’e’ il partito unico dei cristiani, c’e’ una molteplicita’ di movimenti e di interpretazioni. Il cattolicesimo non puo’ essere ridotto a un partito, si svilisce, si perde lo spirito ecumenico”.

Lei e’ un filosofo della scienza, che cosa pensa del Papa accusato di avere approvato il processo a Galilei?

“Qualunque cosa abbia detto, Ratzinger ha diritto ad esprimere il suo giudizio. Credo pero’, che sulla base dei criteri della scienza attuale, Galileo sarebbe condannato dai suoi colleghi scienziati, cosi’ positivistici e rigorosi che la teoria di Galileo risulterebbe essere priva di prove scientifiche”.

Crede che i media abbiano enfatizzato il caso Sapienza?

“Si è enfatizzato da solo, il fatto è stato gravissimo. Le autorità sia accademiche che di governo sarebbero dovute intervenire prima”.

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