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Le prospettive del prossimo decennio digitale

Il 31 gennaio 2003 nella sala Zuccari di palazzo Giustiniani, il Presidente PERA ha introdotto la conferenza di Bill Gates, fondatore e Chairman di Microsoft, sul tema “Le prospettive del prossimo decennio digitale” nell’ambito del ciclo “Le lezioni della sala Zuccari”.

Intervento introduttivo del Presidente del Senato Marcello Pera alla Conferenza di Bill Gates in Sala Zuccari Roma, 31 gennaio 2003

La vera sfida è globalizzare la conoscenza Resoconto stenografico dell’iSignore e signori, autorità di Governo, autorità istituzionali, anche della Corte costituzionale, colleghi senatori e deputati; signor Ambasciatore degli Stati Uniti; signore e signori tutti (compresi anche quelli che ci seguono in diretta televisiva, grazie al canale satellitare del Senato), vi do il benvenuto e vi ringrazio per la vostra presenza a questa conferenza del dottor Bill Gates sul tema della globalizzazione.L’interesse, evidentemente, è molto ampio, perché il pubblico è numeroso, sia in questa sala, sia nelle altre sale qui vicine e collegate.Questa è l’ultima della serie di Conferenze di Sala Zuccari. Come ricorderete, iniziammo con il senatore a vita Giovanni Agnelli – purtroppo di recente scomparso – per poi proseguire con il dottor Henry Kissinger, con il Presidente della Repubblica Ceka, Vaclav Havel, e con il Presidente della Convenzione europea, Valéry Giscard d”Estaing. Tra breve pubblicheremo un volume che conterrà tutte queste relazioni, che metteremo con il massimo di generosità possibile a disposizione degli amici che hanno sempre frequentato questa Sala Zuccari.Ricordo, tuttavia, che i resoconti stenografici di tutte le conferenze sono disponibili sul sito Internet del Senato e che anche la Conferenza di Bill Gates sarà disponibile sul medesimo sito tra poche ore.Naturalmente vi ringrazio molto cordialmente e do il benvenuto a Bill Gates che ringrazio per aver accettato il nostro invito. Ringrazio anche il presidente della Microsoft Italia e vice presidente di Microsoft Corporation, ingegner Umberto Paolucci, nonché l’amministratore delegato della Microsoft Italia, dottor Mauro Meanti per la collaborazione prestata.Ci sono due ragioni principali per cui Bill Gates è oggi qui. La prima è che egli è in visita in Italia. Questa mattina ha incontrato il Presidente della Repubblica, tra poco incontrerà il Presidente del Consiglio e avrà una serie di altri appuntamenti: a very busy day today. La seconda è che la voce di Bill Gates non poteva mancare: è la più appropriata o tra le più appropriate in un ciclo di conferenze che riguarda la globalizzazione, che non si spiega senza l”informatica e Internet; e naturalmente informatica e Internet non si spiegano senza Bill Gates.Abbiamo quindi qui una delle persone più indicate per parlare sul nostro argomento.Non voglio rubare tempo: Bill Gates ci ha concesso una decina di minuti, dopo la fine del suo discorso, affinché coloro che sono interessati a porre delle domande possano farlo; costoro sono pregati di segnalarlo agli Uffici, in modo tale che si possa predisporre un elenco. Consentitemi di svolgere solo alcune considerazioni, alla fine del ciclo di Conferenze.In questi incontri dedicati alla globalizzazione desideravamo capire se essa è cosa buona o cattiva: abbiamo in questo raggiunto il nostro scopo, che era di discutere e dibattere idee ed opinioni, di confrontarci, in modo tale che ciascuno, da solo, potesse farsi la più meditata delle opinioni.Abbiamo compreso che la globalizzazione è una opportunità. Naturalmente sta a noi tutti, governanti, uomini politici e d’affari utilizzarla, come tutte le opportunità che ci offre la tecnologia, in senso positivo o in senso negativo, per il bene o per il male.La globalizzazione è figlia della tecnologia e la tecnologia è figlia della scienza. C’è una frase che mi piace ricordare di un economista del M.I.T., Lester Thurow, riferita proprio a Bill Gates: “Bill Gates non possiede niente di tangibile, non possiede oro, non petrolio, non fabbriche, non eserciti: per la prima volta nella storia, l’uomo più ricco del mondo possiede soltanto conoscenza”. E questo ci fa riflettere sulla modalità di sviluppo della ricchezza nel mondo moderno: la ricchezza è figlia della conoscenza. Se ci si pensa, non si tratta di un pensiero nuovo.Alle origini della scienza moderna, ormai circa 500 anni fa, uno dei suoi padri fondatori, un filosofo (se posso fare una nota che riguarda la professione, ma egli fece anche una carriera politica, perché divenne perfino Ministro della giustizia) Sir Francis Bacon, lanciò uno slogan famoso: scientia est potentia, vale a dire “il conoscere di per sé produce un potere”. Non necessariamente un potere arrogante, un potere militare, un potere che sovrasta gli uomini, ma un potere che li arricchisce. Perciò sta a noi, come dicevo prima, utilizzare quel potere della scienza e della sua figlia, la tecnologia, in un senso o in un altro. E se vogliamo aiutare l”umanità, se vogliamo diminuire le ingiustizie e gli squilibri oggi il mondo moderno ci offre un’opportunità: dobbiamo anche globalizzare la conoscenza. Ce la faremo? È la sfida degli uomini politici del mondo di oggi, di tutto il mondo.A questo riguardo vorrei ricordare il pensiero di un altro grande filosofo, questa volta non di 500 anni fa, ma di 50 anni fa, Bertrand Russell, il quale parlò in modo molto lungimirante di una competizione, di una sfida che esiste nella storia di tutta la comunità tra l’intelligenza degli uomini, da un lato, e la loro saggezza, dall’altro. Oggi potremmo dire: da un lato la scienza o la tecnologia, gli strumenti che queste ci mettono a disposizione e dall’altro la saggezza delle decisioni morali e politiche.Bertrand Russell ci avvertì anche che se i due progressi, della scienza e della saggezza, della prudenza politica non corrono di pari passo, si creano squilibri e pericoli nel mondo.Ecco perché le Conferenza di Bill Gates oggi è importante. Vorremmo sapere da lui cosa possiamo aspettarci nel prossimo futuro in termini di acquisizioni della scienza e come potremo utilizzare quegli strumenti – starà soprattutto a noi – per determinare un migliore equilibrio della nostra umanità.Thank you very much. Grazie a voi, grazie a tutti

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