Servizio di copertina del “New York Times Magazine”
Estratto dall’articolo pubblicato l’8 aprile 2007, domenica di Pasqua, su Papa Benedetto XVI (pp. 38-45, 58, 61, 63).
L’Anti-Laicista: Papa Benedetto XVI riuscirà a ri-cristianizzare l’Europa?
di Russell Shorto
Papa Benedetto XVI sostiene che in Europa la Chiesa Cattolica si trovi di fronte ad una grave minaccia rappresentata dal laicismo e che la ri-cristianizzazione del Continente sia cruciale non soltanto per il destino della Chiesa, ma dell’Europa intera.
[…] [A proposito del tentativo di riconoscere le radici cristiane dell’Europa nella Costituzione Europea] un notevole numero di cittadini europei è stato spinto a reagire dopo la bocciatura [del referendum in Francia sul riferimento alle radici cristiane]. Tutto avvenne in un paio di giorni del maggio 2004. Il Cardinale Ratzinger, allora Prefetto per la Congregazione della Dottrina della Fede, e Marcello Pera, allora presidente del Senato Italiano e già professore di filosofia all’Università di Pisa, tennero a Roma, l’uno a casa dell’altro, due discorsi sulla questione dell’identità europea: l’uomo di Chiesa al Senato e il senatore alla Pontificia Università Lateranense. Il tema affrontato da Ratzinger fu “le radici spirituali dell’Europa”, con la critica ad una cultura che valorizzava e proteggeva le altre religioni – l’Ebraismo e l’Islam in particolar modo – ma che negava lo stesso trattamento al Cristianesimo. Con il suo caratteristico stile tagliente, riconobbe “nell’Occidente un singolare odio per sé che si avvicina al patologico”.
Sebbene Pera si sia sempre dichiarato un non credente, entrambi rimasero colpiti del fatto che i rispettivi discorsi si avvicinavano molto. “Questo spronò molte persone a riflettere”, mi ha detto Pera.
Alla fine Pera e Ratzinger pubblicarono insieme un libro, dal titolo “Senza radici”, in cui criticavano l’atteggiamento laicista europeo e concludevano che il laicismo europeo fosse pericolosamente sbagliato. “Ho cominciato a realizzare che se non ci rendiamo conto che il Cristianesimo ha formato la nostra cultura, perdiamo la nostra identità”, ha affermato Pera. “E allora, come possiamo avere un dialogo con le altre civiltà? E precisamente questo è ciò che è successo con l’Islam. L’Europa sta perdendo la sua anima. Non solo abbiamo smesso di essere Cristiani; siamo diventati anti-Cristiani. Quindi, non sappiamo chi siamo”.
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Il Senatore Pera incarna una tipologia praticamente inesistente negli Stati Uniti: un politico che pubblicamente professa la propria mancanza di fede ed è, nello stesso tempo, un conservatore. In quanto Presidente del Senato ha ricoperto la seconda carica dello Stato durante il Governo Berlusconi ed è molto franco nell’esprimere le sue idee sulla presenza musulmana in Europa (“Uso il termine invasione”, mi ha detto Pera). Ma lo schieramento di intellettuali che sostengono il richiamo di Ratzinger-Benedetto per una rinnovata valutazione della religione e della Chiesa in Europa si estende anche a sinistra. Nel 2001, il filosofo Jürgen Habermas, probabilmente il più illustre intellettuale europeo, era pronto ad accettare un premio a Francoforte, ma gli attacchi dell’11 settembre, appena 3 settimane prima della cerimonia, lo hanno portato a cambiare la sua posizione. Come molti filosofi, Habermas non è orientato spiritualmente, ma ha focalizzato la sua attenzione sulla questione dell’interazione tra fede e ragione. Le convinzioni religiose, ha detto, non sono sciocchezze come la filosofia da molto tempo le dipinge, ma pongono piuttosto una genuina “sfida cognitiva” che la filosofia deve affrontare.
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