Interviste

Pera: “Non abbandono Lucca. E adesso pensiamo a vincere”

15 Marzo 2008

di Remo Santini

Presidente Pera, parte ufficialmente la campagna elettorale. Lei è capolista nel Lazio, una posizione di prestigio. Soddisfatto, o preferiva la Toscana?

Certamente soddisfatto, perchè si tratta d una candidatura di prestigio in una regione che fa la differenza: al Senato, il Lazio decide gli equilibri nazionali. 

Perchè ha deciso di ricandidarsi? Aveva annunciato il suo addio alla scena politica…

Avevo detto agli amici di Forza Italia di Lucca che ero disposto a mettere il mio mandato nelle loro mani. Per due ragioni: perchè non si può stare in politica a vita, e perchè molti di loro erano cresciuti in peso, autorità e responsabilità, e perciò avrebbero ben potuto sostituirmi. à la normale fisiologia della carriera politica. Poi, a livello nazionale, c’è stata una pressione su di me, un invito a non lasciare adesso, nel momento in cui si deve ricostruire la fiducia degli italiani dopo la sciagurata esperienza del governo Prodi. Infine, tutto ciò che avevo detto e fatto negli ultimi anni sul tema della difesa dell’identità cristiana dell’Italia e dell’Europa e dei princípi e valori dell’Occidente mi è stato posto davanti come una responsabilità da assumere. 

A Lucca però c’è polemica nel PdL: nessun lucchese di Forza Italia è candidato alla Camera come ci si attendeva, al Senato c’è di nuovo Quagliariello e Ravenni, An, è ottavo.

La formazione delle liste è come la gravidanza: i dolori del parto si dimenticano, il frutto del parto resta. Riconosco che la provincia di Lucca è stata penalizzata. Credo che ci sarebbe stato spazio per un candidato lucchese, come io avevo richiesto e pensato di ottenere. Cosí non è andata, come è successo in altre regioni, per ragioni che si possono comprendere anche senza pensare alle punizioni. Ma non è il momento delle polemiche e delle recriminazioni. Se ne parlerà con calma dopo.

In particolare Dinelli, che sembrava essere il candidato in pectore, polemizza. Si è dimesso da capogruppo in Regione e sostiene che la scelta dei candidati è stata fiorentino centrica. Lei che dice?

Ribadisco: dobbiamo battere gli eredi del governo Prodi, quelli che fanno finta di non averlo mai conosciuto e prendono le distanze da lui per evitare di esserne trascinati. L’obettivo è lí, non nelle polemiche interne. Si deve spiegare ai cittadini perchè, come avevamo previsto, il governo della sinistra ha fallito. E perchè ha penalizzato anche Lucca. Che cosa hanno fatto per la nostra città quei parlamentari lucchesi della sinistra che prima, quando noi aiutavamo la nostra provincia in ogni modo, polemizzavano sempre con noi? Che cosa ha avuto Lucca da Prodi? E che cosa ha promesso a Lucca Veltroni? 

Dinelli attacca anche Lei, lui e qualcun altro parlano di Pera che si è disinteressato di una possibile candidatura lucchese. Non ritiene di aver fatto errori anche lei?

Credo che Dinelli sia ingiusto e ingeneroso. Dopotutto, era un candidato autorevole e meritevole ma non l’unico candidato possibile. Quando il risentimento sarà infine svanito, e spero sùbito, capirà che un parlamentare lucchese in più era nelle mie più ferme richieste. Ma non sono stato io a fare le liste. Per fortuna è l’ultima volta che voteremo con un sistema elettorale che penalizza i territori di tutta Italia a favore delle decisioni delle segreterie. Si ricorderà che, quando l’Udc chiese e ottenne questa legge elettorale io fui una voce discorde e invitato al silenzio. Immagino che, ora che la legge rischia di strangolare proprio la sua nuova lista, composta di coloro che lui stesso aveva espulso dal partito, anche Casini si sarà pentito.

Lucca, unico capoluogo della Toscana a essere governata dal centrodestra, non si meritava di piu’ per la corsa al Parlamento?

Sí. Ma ora non è importante piangere sul latte versato, è importante impegnarsi nella campagna elettorale. Se si vince, anche Lucca ne avrà un vantaggio.

Pur essendo candidato nel Lazio lei lucchese lo è. Ma abbandonerà Lucca? Non si occuperà piu’ del territorio?

Lucca scorre nelle mie arterie. Cambia qualcosa se sono eletto nel Lazio o, come accadde l’ultima volta, in Emilia? Quando allora scelsi di optare per un’altra regione lo feci proprio per consentire ad un importante dirigente toscano di Forza Italia, Paolo Amato, di entrare in Senato. C’è qualcuno che seriamente creda che possa dimenticarmi della mia città? Se Lucca vorrà chiedermi qualcosa, io sarò sempre a disposizione, qualunque posizione occupi. Piuttosto, Lucca si faccia avanti, avanzi qualche richiesta, non si ritiri nell’isolamento, non si addormenti, non cada nei vecchi vizi, e io ci sarò. Ricordi che la sinistra, a Firenze e a Roma, la punisce sempre.

E ai lucchesi cosa intende dire?

Berlusconi è venuto a Lucca tre volte lo scorso anno, due in campagna elettorale, una per ringraziare. Non l’ha mai fatto da nessuna parte. Il Governo non si dimenticherà di noi e sono più certo che tutti gli eletti della Toscana, a cominciare dall’autorevole capolista Matteoli, faranno lo stesso. In generale, i cittadini considerino bene le nostre idee e quelle della sinistra. Capisco che spesso sembrano le stesse, perchè la sinistra imita e copia, perchè si nasconde, e perchè deve dimostrare che è nuova, vergine, venuta dal cielo. Ma le idee e i programmi non sono gli stessi: in particolare, non lo è la credibilità di chi prende impegni. Io li onoro sempre.

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