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Popper e la scienza su palafitte, Laterza, Roma-Bari 1981, 1982

Il primo completo ritratto critico dedicato al maggiore filosofo vivente, che tanta influenza ha esercitato negli ultimi anni in Italia. Un contributo indispensabile per complendere non soltanto Popper, ma anche la vivae discussione in corso sui rapporti tra scienza e filosofia, nonché le radici dell’attuale crisi delle ideologie.

La ragione per cui continuo a criticare vari aspetti della filosofia di Popper è perché sono convinto che essa rappresenta la filosofia più avanzata del nostro tempo e che il progresso filosofico si può basare soltanto – anche se “dialetticamente” – sulle sue acquisizioni.

Invitato a riprendere e a proseguire i miei precedenti studi popperiani, questo giudizio di Imre Lakatos mi è ritornato alla mente. Se si esclude il tono troppo enfatico, che mi si addice assai poco, e il trasferimento ad una gerarchia di valori filosofici, che ritengo cosa semplice discutibile e criticabile, direi che quel giudizio riflette ampia parte del mio pensiero.

Come Lakatos, credo anch’io che la filosofia di Popper sia una delle massime acquisizioni di questo secolo; e, come Lakatos, io pure sono convinto che la filosofia di Popper costituisce un’eccellente base di partenza per chi ia interessato a comprendere e favorire la ricerca scientifica. Se poi lo sguardo si allarga al pensiero politico, non c’è dubbio che ci troviamo di fronte ad una filosofia robustissima e ben articolata nelle sue componenti in grado anche di contribuire alla realizzazione di una società genuinamente democratica.

 

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