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Articolo su “Libero”

03 Febbraio 2007

Lettera aperta di Marcello Pera.

Cari amici, per trattare dell’identità di Forza Italia parto da un tema politico di attualità, apparentemente lontano ma in realtà rivelatore come un reagente chimico: i pacs.

Avrete sentito anche voi alcuni nostri dirigenti e autorevoli esponenti dire: “sono di cultura socialista e benché non intenda aiutare il governo, tuttavia sul testo potrei essere a favore”; oppure: “sono di estrazione liberale e se il testo tutelerà i diritti individuali, potrei votarlo”; oppure ancora: “sono laico e non posso votare come chiede la chiesa cattolica”. Argomenti come questi rischiano di fare breccia perché sono suadenti come sirene. Chi non è laico? Chi non è liberale? Chi non è a favore delle libertà individuali? Ma questi argomenti sono profondamente sbagliati, e a mio avviso la circostanza che l’errore non venga rilevato, anzi venga tollerato e commesso, ha a che fare con la circostanza che non si ha chiaro quale tipo di partito deve o vuol essere Forza Italia. Intanto, osservo che, curiosamente, nessuno fra coloro che si dice laico si adopera per definire che cos’è la laicità; che chi si professa liberale non si cura di capire che cos’è il liberalismo; e infine che chi è a favore dei diritti individuali non li indica mai, o se lo fa, indica diritti che sono solo matrimoniali. Entriamo nel merito, allora, e guardiamoci attorno. La nuova ideologia della sinistra è il laicismo. Leggete il documento di Fassino al congresso Ds e lì troverete che il laicismo è indicato come primo punto del nuovo partito democratico. Altro che “fine del partito ideologico”, i Ds sono ancor oggi un partito ideologico! Incapaci nonostante gli anni passati di fare i conti con la morte del comunismo, impreparati ad accettare il riformismo, decisi piuttosto, come ha detto D’Alema, ad andare “oltre il socialismo”, cioè a sgattaiolare sempre dalla propria storia, i dirigenti dei Ds oggi si danno un’altra ideologia, quella laicista. Il binomio “socialismo e laicismo” è l’erede del binomio “soviet e elettrificazione”. Questo disegno non è né liberale né laico. Non è liberale, perché rifiuta proprio la tradizione dentro la quale soltanto nasce e cresce il liberalismo. E non è laico, perché non si cura della libertà di coscienza, ma piuttosto cerca di conculcare questa libertà con una nuova ideologia. Qual è questa tradizione che la sinistra vuole superare? È la tradizione dell’Europa cristiana, la tradizione dell’America a sfondo religioso, la tradizione dell’atlantismo come civiltà, la tradizione dell’Occidente. Non è un caso che il laicismo della sinistra si coniughi saldamente con l’antiamericanismo, con l’antiatlantismo, con il filoislamismo, con l’antisraelismo. La sinistra odia la nostra cultura e la nostra civiltà a tal punto che è disposta a consegnarla, come la sta consegnando, all’islam. La sua 2 politica estera è l’appeasement con i paesi e gruppi terroristici; la sua politica interna è l’ingresso libero a tutti gli immigrati e la cittadinanza a buon mercato; la sua politica sociale è il multiculturalismo; perciò la sua politica urbanistica è chiudere la base americana di Vicenza! Ieri, oggi, sempre, contro l’Occidente. E siccome dire Occidente vuol dire anche e soprattutto dire cristianesimo, la sinistra, per essere antioccidentale, ha scelto l’anticristianesimo, cioè il laicismo. Questa è la nuova frontiera, il nuovo discrimine, la nuova linea di divisione fra noi e la sinistra. Confesso che quando, al Meeting di Rimini, la sentii definire “un partito cattolico” rimasi turbato. Perché Forza Italia non è e non deve essere un partito cattolico. Forza Italia è un partito laico. E laico, nelle condizioni di oggi, vuol dire difensore di quella cultura e civiltà che il cristianesimo – non l’illuminismo, non il nazionalismo, non il comunismo, non il nazismo o il fascismo – ha contribuito a creare nell’Occidente. Laico vuol dire difendere la nostra tradizione. Laico vuol dire difendere la nostra identità. Rispetto a questa difesa della laicità non c’entra niente l’essere o no credenti o praticanti. Non c’entra seguire o no la gerarchia cattolica. Ciò che davvero c’entra è aver compreso qual è l’autentico terreno di divisione e di scontro fra noi, tutti noi, e la sinistra. C’è oggi nel mondo una lotta di religione. Si può e si deve cercare risolverla positivamente, senza guerre, ma non si può ignorarla. Una parte dell’islam cerca di dominarne un’altra. E una parte dell’islam, compreso quello che ospitiamo e crediamo di avere integrato, cerca di abbattere l’Occidente. Noi possiamo essere distrutti in due modi: o perché saremo sopraffatti dalla violenza esterna o perché abbassiamo e abbandoniamo le nostre difese interne. O perché alziamo le mani o perché alleviamo e coltiviamo nel campo nostro quinte colonne infiltrate che distruggono la nostra tradizione. La sinistra fa tutte e due le cose: va a braccetto con i terroristi esterni, va d’accordo con gli islamisti interni. Ecco allora che cosa, a mio avviso, deve essere Forza Italia: il partito della difesa della tradizione occidentale, come lo sono tutti i partiti conservatori liberali nel mondo, dall’America, all’Australia, all’Inghilterra. Liberali, non tanto per vendere i lassativi ai banchi delle coop, ma perché ostili allo Stato proprietario, imprenditore, amministratore, educatore, confessore e ora anche impostore delle nostre coscienze. E conservatori, perché custodi gelosi e orgogliosi della nostra tradizione e consapevoli del suo inestimabile valore. E, dunque, non solo non possiamo votare i pacs, non possiamo neppure dire, come purtroppo ho sentito dire, che “Forza Italia lascia libertà di coscienza”. Davvero? Libertà di coscienza perché non abbiamo un’idea neanche per dare un’indicazione o un suggerimento di voto? La mia opinione è che, se 3 siamo per i pacs, e per l’eutanasia e per la soppressione degli embrioni, e ancora, se accettiamo il multiculturalismo, se stiamo con quelli che dicono “questa è la loro cultura, dunque rispettiamola”, se vogliamo fare i patti con l’Ucoii, se consideriamo “dialogo” la costruzione di moschee in casa nostra senza chiedere reciprocità in alcun paese islamico, se siamo per la tolleranza che è già diventata acquiescenza, se siamo anche noi quelli che dicono “È meglio togliere il crocifisso o non augurare Buon Natale perché loro si offenderebbero”, allora non siamo né liberali né conservatori né socialisti né cristiano democratici: siamo già succubi dell’ideologia della sinistra. Se questo lo abbiamo chiaro, allora dibattere su un nuovo partito vuol dire individuare e tenere ferme le nostre coordinate ideali, culturali, e di civiltà. Cari amici, per quel nuovo partito con le coordinate che ho detto sono a completa disposizione. Ho passato quasi tutta la mia vita adulta sotto l’egemonia della sinistra; non vorrei trascorrere quel poco che mi resta a meditare sugli errori e ritardi della destra nel combatterla. *Stralci dell’intervento del sen. Marcello Pera al convegno “Forza Italia: un nuovo Partito per un nuovo Mezzogiorno” (Napoli, 2 febbraio 2007)

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