Il Senato ha acquisito l’archivio del politologo Giovanni Sartori, scomparso nel 2017 a Firenze. Il lascito, per volontà della vedova, Isabella Gherardi Sartori, è divenuto patrimonio dell’Archivio storico del Senato, dopo che Palazzo Madama aveva già acquisito la biblioteca Sartori.
Il lascito e le carte sono state presentate questa mattina nel corso di una conferenza stampa presso la Sala Nassirya del Senato, cui hanno preso parte Marcello Pera, presidente della Commissione per la Biblioteca e per l’Archivio storico del Senato; Isabella Gherardi Sartori, vedova del professor Sartori e Marco Valbruzzi, allievo di Sartori, docente universitario.
Quella delle carte di Sartori “è un’acquisizione per il Senato veramente di grande qualità, cioè un pezzo di storia importante della cultura italiana che entra in Senato”. Lo dice il senatore Marcello Pera, a margine della presentazione delle carte di Giovanni Sartori, acquisite da Palazzo Madama. “Noi -ricorda il presidente della Commissione per la Biblioteca e per l’Archivio storico del Senato intervistato dalle telecamere di Palazzo Madama- avevamo già acquisito nel 2016 tutta la biblioteca del professor Sartori per sua esplicita volontà, adesso completiamo con le carte che sono abbozzi, appunti, corrispondenza, tantissime cose importanti per quantità e poi per qualità, perché Sartori aveva una vita di relazione internazionale molto alta e molto elevata, quindi ci sono interlocutori molto importanti e anche manoscritti molto importanti, alcuni anche simpatici, divertenti, moltissime foto”. “Sartori è il fondatore vero della scienza politica italiana -sottolinea- lui ebbe la prima cattedra, lui fece i primi importanti scritti, ricordo sempre ‘Democrazia e definizioni’ che è un libro di testo ormai diffuso in tutto il mondo, quindi è stato un pioniere, un caposcuola e poi anche uno che ha esportato questa sua scienza”.